Il periodo convulso e surreale che stiamo vivendo causato dalla pandemia da covid-19 ha obbligato le persone a rivedere e “formattare” le proprie abitudini. La forzata quarantena, spesso difficile da rispettare, suggerisce la difficoltà nell’adottare nuovi stili comportamentali
La modalità “mood on” è di fondamentale importanza per evitare che questo blocco della libertà si palesi estremamente pericoloso.
al momento quindi la tecnologia può venire in soccorso
In altre epoche le pandemie erano affrontate senza internet e senza le “app” oggi fruibili con gli smartphone eppure i nostri avi sono riusciti a sconfiggere i virus. Oggi noi dobbiamo imparare ad utilizzare al meglio la tecnologia.
Mi sorge una domanda. Perché questo virus così assurdo e bastardo innocuo per i virologi, ma socialmente contagioso e pericoloso è esploso proprio adesso?
A causa di ciò, pur riconoscendo il nostro essere sempre connessi e spesso ignorando con superficialità l’importanza del “contatto”, ci rendiamo conto del bisogno delle relazioni.
Il contatto che risulta essere la causa del contagio, e la rapidità con cui il virus si propaga semplicemente per via aerea, indeboliscono e feriscono la dimensione sociale e relazionale.
Per questo motivo Internet e i media in genere possono essere visti come strumenti di conforto possibili.
Una dimensione, virtuale, che impedisce il contatto e garantisce una “vicinanza” simbolica, che fa la differenza.

Analizzando alcuni social ho notato quanto le “comunicazioni” e la socializzazione si orientano su un continuum che fa emergere, la rabbia, la tristezza e la depressione, da un lato, passando per la curiosità, la “tuttologia”, la chiarezza e il superamento delle fake news (per fortuna!), raggiungendo all’opposto il divertimento, l’ironia e la speranza.
Mi sono soffermato su TIKTOK l’ultimo nato, il social che per eccellenza ho definito libero, disinibito e ironico.
Rispetto agli altri social a mio avviso TIKTOK è un’applicazione che in questo momento di facile tristezza, riesce a fare la differenza.
una raccomandazione: evitare di cadere nella “dipendenza”!
All’inizio di questa estenuante seppure necessaria quarantena i video di TIKTOK hanno iniziato a palesare delle parodie scaccia virus, utili ad esorcizzare la notizia così pesante comunicata dall’OMS.
Alcune persone hanno iniziato ad interpretare e pubblicare piccoli video prendendosi gioco del coronavirus. Era scongiurato il contagio mettendo in atto le norme igienico-sanitarie considerate sicure dal Ministero della Salute.
Il metro di distanza, il lavarsi accuratamente le mani, l’utilizzo (improprio) di mascherine e litri e litri di gel a base di alcool o varichina che, se non ci fosse stato il divieto di bere per la tossicità, molti avrebbero fatto dei selfie in aperitivi virtuali a base di cocktail all’amuchina.
Sdrammatizzare, esorcizzare, prendere in giro sono tutti comportamenti che psicologicamente permettono di andare avanti nella vita. Sono risorse spesso inconsapevoli sono fulcro del genere umano.
Per questa ragione gli individui dopo un primo momento di sconforto cercano di rispondere in modo estremamente propositivo.
In questo gli strumenti tecnologici a disposizione possono fare la differenza.
Come sessuologo ho pensato molto alla costrizione della quarantena e come questa possa compromettere, complicare ed appesantire l’intimità delle persone.
Gli individui rischiano di iniziare a sperimentare comportamenti disfunzionali e inaspettati. La conseguenza sarà quindi quella di osservare da un lato atteggiamenti atipici e complessi e al suo opposto un bisogno di minimizzare.
A mio avviso le coppie obbligate a stare sotto lo stesso tetto rischiano di cadere in una trappola e la pericolosità riguarda la possibilità di trovare gli spazi personali, anche intimi, necessari a stare bene insieme.
I single invece che, improvvisamente e con inaspettata brutalità sono rimasti chiusi in casa, da soli, restano isolati nella loro singlitudine!
I fidanzati hanno adottato due diverse modalità. C’è chi ha preferito iniziare una convivenza (relazione obbligata dal coronavirus), oppure ha deciso di restare separato e vivere la relazione a distanza
In questo ultimo caso la pandemia può fare accusare tensioni di non facile comprensione.
Gli amici, i complici e gli amanti hanno visto chiudere porte e portoni spesso simbolici, subendo uno schiaffo che, come un sonoro “sbam” sul volto, ha accelerato la sofferenza e il silenzio.
Oppure, indisturbati continuano a vivere ancora più clandestinamente di prima le loro relazioni a distanza.
Avere esorcizzato e ironizzato sul coronavirus ha permesso di ideare nuove comunicazioni e TIKTOK ha iniziato la pubblicazione di una sequenza illimitata di brevi video, apparentemente erotici, complice la pseudo-nudità.
una challenge, una sfida a distanza
per affrontare e superare la quarantena #nakedchallenge
Nelle challenges più comuni è d’obbligo nominare qualcuno che porti avanti la catena infinita,
su TIKTOK invece è tutto diverso.
Nessuna nomination. Solamente il tamtàm e la rapida successione di immagini. Uomini e donne che, inquadrando la parte denudata delle gambe e facendo intuire di essere senza veli, iniziano a camminare all’interno della casa, decidendo di “sorprendere” rivelando i genitali a chi sfortunatamente condivide la forzata quarantena.
La challenge è virale e gli aspetti psicologici, sociologici e antropologici sono da analizzare e valutare.
Il messaggio è chiaro:
Sconfiggere il coronavirus utilizzando un altro virus che non distrugge, non uccide ma sorprende.
Attraverso l’ironia e la trasgressione è possibile continuare a giocare.
Divertirsi per allontanare l’assurdo.
Divertirsi per urlare alla vita!

Dall’analisi non scientifica ma osservativa del fenomeno della quarantena con la #nakedchallenge a mio avviso sono presenti almeno tre aspetti interessanti e utili da evidenziare:
–la virulenza del fenomeno
–le reazioni alla nudità
–la non differenza tra i generi e gli orientamenti sessuali
La virulenza dei video è impressionante.
In due giorni le pubblicazioni della challenge, gli indumenti intimi lanciati a terra e le gambe che camminano fino alla “vittima” destinata alla genitalità inaspettata sono aumentati in modo esponenziale. A tratti ricorda proprio il numero che quotidianamente siamo orami abituati a leggere o ascoltare nei bollettini di “guerra” della protezione civile ogni giorno in merito ai decessi e ai contagi da coronavirus.
In modo analogo la patologia covid-19 e la challenge di TIKTOK sottolineano quanto virus e virulenza sono connessi agli esseri umani e in modo esponenziale producano numeri elevati di “contagio”.
L’essere umano vuole ritrovare la possibilità di un’intimità, vuole nuovamente riprendere in mano la relazione, riavvicinandosi all’altro senza paure e preoccupazioni.
In altre parole, mettere in mostra gli organi genitali sorprende il partner, che con ironia sfida il compagno/a in una trasgressione e desiderio sessuale fonte di ritrovata “normalità”.
La covid-19 ci sta cambiando, trasformando il bisogno di vicinanza tra gli esseri umani, sacrificando le relazioni, il divertimento!
Con le reazioni alla nudità la risposta degli individui sembra essere associata al bisogno di reazione alla relazione.
Per questa ragione la sorpresa e anche la trasgressione sono i responsabili delle dimensioni “sensoriali” dell’essere umano.
Improvvisamente il partner si trova coinvolto in una forma di voyeurismo dove i genitali sono i protagonisti indiscussi e la dinamica che si osserva è tipica di un gioco trasgressivo esibizionistico.
Gli individui in quarantena nella #nakedchallenge si “toccano”, si “annusano”, si “ascoltano” e cosa più importante, anche solo metaforicamente, “respirano” l’emozione della stessa esperienza.
Ecco, proprio il respirare, l’esperienza che oggi ci fa paura, torna più forte e prepotente che mai in un gioco che vede gli individui ricordare e riconoscere i significati importanti dello stare insieme.
La non differenza tra i generi e gli orientamenti sessuali fa intuire una fluidità necessaria e importante.
Infatti in quarantena il virus della #nakedchallenge non riguarda solo i maschietti, che mostrano i genitali, ugualmente molte ragazze decidono di sorprendere con la stessa modalità.
La risposta dei partner è sempre molto divertita e intesa come invito alla relazione intima.
Questo aspetto è quello più semplice, anche se alcuni video curiosamente in modo analogo coinvolgono anche i genitori, i fratelli/sorelle e gli amici.
La quarantena e la #nakedchallenge non riguardano solo le coppie conviventi e le famiglie tradizionali.
In particolare ci sono dei video dove sono evidenti le dinamiche di coppie omosessuali, le relazioni poliamorose e tutte le convivenze possibili “allargate”.
Una challenge per tutti, una sfida collettiva, che conferma la voglia di vincere una guerra invisibile e soffocante.
Una sfida che riesce attraverso l’ironia a confermare il bisogno degli esseri umani di sorprendere evitando discriminazioni, tabù e stereotipi.
A mio avviso questa #nakedchallenge nella sua semplicità ha riportato in luce il desiderio e il bisogno in ogni essere umano di sperimentare la relazione. La necessità di sorprendere e sorprendersi davanti all’ignoto. Il bisogno di esorcizzare utilizzando il corpo, la nudità e l’erotismo nascosto dalla dimensione esibizionistica, che permette di ritrovare se stessi.
L’individualità rischia di essere vittima del momento che stiamo vivendo.
Concludendo, la quarantena, l’obbligo di stare chiusi e a distanza porterà delle conseguenze nei nostri comportamenti futuri. Solo quando usciremo dal nero, dal buio che ci avvolge, probabilmente capiremo con esattezza le reali conseguenze di ciò che stiamo subendo.
grazie TIKTOK che in quarantena con la #nakedchallenge riesci a farci fare due risate e vedere una luce in fondo al tunnel.
sorprendersi sempre

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