Interessante disamina di Camille Paglia femminista, lesbica con vissuto transgender, atea e di sinistra. La sua osservazione sulla possibile decadenza dell’Occidente in relazione alla tolleranza umana per le omosessualità e il transgenderismo sono a mio avviso il riflesso di una pedagogia “inversa” del rispetto. Quel rispetto dell’altro diverso da sé che ancora oggi appare sempre più destrutturato e mai integrato nelle “normalità” del quotidiano utili al benessere di ogni essere umano.
Non sono d’accordo sull’affermazione “L’omosessualità
non è normale”, estremamente pericolosa e scioccamente trasgressiva.
Essere omosessuali appartiene certamente alle evoluzioni culturali di una società che, a tratti imbarazzante e ostacolante, spinge verso l’affermazione di sé, nella direzione del naturale bisogno di orientarsi sessualmente.
Alla base dell’orientamento sessuale esiste una componente di tipo bisessuale che, indiffrentemente indirizza gli individui durante il ciclo di vita affermando le molteplici sfumature di eterosessualità e omosessualità.
Evitiamo quindi di parlare di biologia con la speciale tendenza eterofila e iniziamo a definire più correttamente la natura umana come espressione di una possibile e imponente fluidità sessuale.
Non tutti gli esseri viventi hanno l’obbligo procreativo e non per questo solo chi procrea può essere eletto a “normale”.
Ogni essere vivente ha il diritto di rappresentare al meglio se stesso in un continuum evolutivo che ha come unica regola la libertà di esistere!
Tratto dal post l’omosessualità non è normale sul Bolog di Giampaolo Rossi “L’anarca”
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